Il Castello di Nusco

 

                    Lanciato sulla cima di un monte, sovrastante ad estesa pianura, quasi vigile sentinella, che dica, di qui conosco le tue mosse e ti vigilo, trovasi Nusco, a 914 metri sul livello del mare, distante chilometri 42 da Avellino, 19 da S. Angelo Lombardi, e con 4664 abitanti.

                    Veramente conosco ed in loro lingua Nosco vollero dire i primi abitatori, che rifugiatisi su quelle alture, vi costruissero i primi consolati. In fatti vuole la tradizione, che gli abitanti di Ferentino, illustre città degli Irpini, distrutta da Silla circa 100 anni prima di Cristo, fugenti l'ira del feroce Dittatore, che aveva giurato sterminio al nome Sannita ed Irpino, si rifugiarono su quel monte per conoscere le mosse dell'esercito Romano. Conosco (nosco) le tue mosse, e mi guarderò, disse, da quella sommità, l'indomito Irpino di Ferentino, e Nosco si disse quel sito.

                    In origine, e per molti secoli, non fu se non, un aggregato di pochi villaggi, uno sulla sommità del monte, gli atri sparsi sui ruderi di Ferentino. Poscia fu costruito sul monte un forte castello, alcuni vogliono al tempo dei Greci, altri, e pare con maggiori probabilità, dai Longobardi.

                    Le più antiche notizie di Nosco si trovano in Silio Italico, ed in Tolomeo, scrittori vissuti l'uno nel I e l'altro nel II secolo dell'èra volgare.

                    Nusco può dirsi formato in massima parte per opera del suo grande figlio S. Amato nato nell'anno 997.

                    Costui fece in modo che tutti gli abitanti di piccoli villaggi si fossero riuniti attorno al castello, e ve li attirò con promesse di franchigie, con doni, e larghi sussidii. Nusco divenne una terra importantissima, che cinta da forti mura fu inespugnabile. Continuò a chiamarsi Nosco, come che ancora per molti secoli appare, nome che poscia si mutò in Nusco. L'importanza di Nusco fu tale, che un secolo dopo, cioè dopo il 1100 era un feudo di sette militi, cioè il feudatario doveva dare, e mantenere a proprie spese, come annua prestazione, sette cavalieri, e 14 valletti armati, per tre mesi, ciò, che in quei tempi, dinotava un feudo molto importante, massime se si considera che il milite si dava per ogni 20 once d'oro di rendita che percepiva il feudatario, cioè per ogni 510 lire secondo la nostra moneta, ed erano pochi in quei tempi i feudatari che arrivavano a dover fornire il milite.

                    Ed al dire di Falcone Beneventano nel Cronicon, alle potenti mura di Nusco, dovè la sua Salvezza Guglielmo duca di Puglia, che poscia fu Re delle due Sicilie, essendo successo al padre Rugieri Normanno. In fatti guerreggiando egli nel 1122 con Giordano Gran Conte di Ariano, inseguito da questi riparò in Nusco, e fu al caso di poter resistere con pochi soldati all'assalto del forte Giordano, il quale dopo averlo insultato col dirgli, ti accorcerò il mantello, massima villania che dicevasi allora a Cavaliero, dovè levare l'assedio, Guglielmo rifornito di denaro e di uomini inseguì il Conte, e vintolo in Apice, gli tolse i feudi, ed a stento gli lasciò la vita, ammettendogli di ritirarsi in Morcone, unico feudo a lui lasciato.

                    Già prima di questa epoca e propriamente nell'anno 1078 Nusco, era stato innalzato al grado di Vescovado, e ne fu primo vescovo S. Amato.

                    I frequenti tremuoti, i varii contagi, e sopratutto la peste del 1656, che vi distrusse due terzi degli abitanti, hanno fatto perdere a Nusco l'importanza che aveva. A pruova di ciò basta guardare per poco, che Nusco nel 1515 fu tassata per fuochi 500, nel 1595 per 483, nel 1648 per 330, e dopo la peste nel 1669 per fuochi 130, mentre nel 1320 era stata tassata per once 24 e grana 6, somma in quei tempi considerevole, e che dinotava essere città con molti abitanti.

                    Cambiò Nusco spesso di dominatori. nel 1000 era posseduta dai Capece Normanni, che la tennero per varii anni, poscia passò a' Bolbono Conti di Conza, Come apparve dal Catalogo dei Borrelli, Gionata di Bolbono lo aveva dato in suffeudo a Guglielmo di Tuilla Normanno. A costui successe il figlio Simone morto senza figli maschi prima del 1159. Nel feudo di Nusco successe un suo congiunto a nome Guglielmo di Tuilla che appare tenerlo ancora nel 1164. Dopo questa epoca fu dato a Rugiero di Medonia, che si vede tenerlo nel 1167. Nel 1198 ne è signore Roberto de Ponte. Intanto morto Roone di Bolbono senza figli nel 12369, lasciò i suoi feudi al Re federico II che diede Nusco nel 1240 a Tommaso I d'Aquino, che n'era signore nel 1254, perchè trovò che Manfredi Re di Napoli, allorchè da Acerra ove erasi rifugiato, andò in Lucera, passò una notte nel castello di Nusco che era del cognato Conte di Acerra. Successe Landolfo, Tommaso II ed Atenolfo d'Aquino, cui dal Re Carlo II furono tolti i beni fra' quali Nusco nel 1292, che in quell'anno fu dato a Giovanni della Leonessa; ma dopo poco si vede posseduto da ottone di Brusvic prima, e poscia nel 1302 da Goffredo di Gianvilla. A costui successero: Filippo di Gianvilla, Nicolò Giannicola e finalmente Amelio, che ribellatosi al Re Carlo III di Durazzo ebbe confiscati i feudi, e Nusco nel 1392 fu dato a Raimondo Del Balzo Ortino. Costui nel 1412 lo vendè a Bernardo Zurlo, al quale fu tolto, e la Regina Giovanna II lo donò a Marino Caracciolo nel 1427. I Caracciolo presero parte alla congiura dei baroni contro il Re, e Nusco fu dato nel 1461 a Giovan Nicola Gianvilla. In questo modo i Gianvilla riebbero l'avita signoria.

                    Successe nel 1472 Violante Gianvilla figlia di G. Nicola, ed a costui la sorella Iloria nel 1490. Sposò costei Pietro Brancaccio, ed ebbe la Signoria di Nusco nel 1525, la figlia di costoro Geronima Brancaccio, moglie di Bernardo d'Azzia. Petronio d'Azzia figlia di Bernardo premorì al padre, e nel 1545 tenne il feudo il figlio Giovan Battista d'Azzia, che col patto di ricompra vendè Nusco, successivamente, a Giulio Caravo, nel 1548 a Giovan Battista Cotugno, a G. Giacomo Cossa, nel 1550 a G. Battista Ceraso, e finalmente senza alcun patto a Felice Ceraso nel 1556. A costui successe nel 1560 Giovanni Ceraso, che nel 1664 vendè Nusco a Giovan Giacomo Caracciolo.

                    Successe: 1576 Carlo, 1583 la di costui figlia Caterina Caracciolo, che sposò Ettore Pignatelli, Anna Pignatelli figlia di Ettore sposò Francesco Carafa duca di Nocera e dei Pagani, ebbero per figlio Francesco Carafa che nel 1622 successe al feudo di Nusco all'ava Caterina Caracciolo. Costui vendè Nusco a Giovan Vincenzo Imperiale nel 1636. A costui in tale signoria successe fino all'abolizione della feudalità: Francesco I; Giacomo; Francesco II nel 1678; Giulio I; Placido nel 1738; Giulio II nel 1786. Aboliti i feudi Nusco fu libera, e nei beni feudali successe nel 1818 Maria Imperiale che sposò Francesco Berio, ed a costui successe Carolina Berio, che sposò Sebastiano Morulli, i beni pervennero al figlio Troiano Morulli, nell'anno 1834. 

                    Nusco città Vescovile fin dall'anno 1078, ebbe in ogni epoca gloriosi figli.

(Dalla Sentinella Irpina)                                                    GIN.  PEN.