Una
prova durissima per
I miei lo rammentavano spesso: negli anni quaranta a Nusco si faceva vita grama.
Filomena, con cinque figli da mantenere, si arrabattava alla meglio, lavorando
un pezzo di terra appena fuori il paese. In una maniera o nell'altra riusciva a
racimolare un pasto per tutti; se poi ogni tanto bisognava saltarne uno, nessuno
ne faceva un dramma. Antonio, il marito, portava a casa qualche soldo, quando
nella stagione calda si allontanava da Nusco. Lavorava in un'impresa di
costruzioni: ponti, gallerie, strade.
Un pomeriggio si era messo a piovigginare. Filomena rinchiuse gli arnesi mentre
i due figli più piccoli riposavano al coperto dentro il rifugio, ai piedi di
un'enorme quercia. Tirò il fiato, ci voleva proprio quella pioggerellina...
"Domenica arriva Antonio, sarà senz'altro contento del lavoro che ho
fatto!"
Lui era un pezzo d'uomo, alto, le spalle larghe, gran lavoratore. Si erano
conosciuti giovanissimi, a sedici anni e, in poco tempo, avevano messo su
famiglia. Lei era dotata di uno spirito gioviale, arguta e coraggiosa. Un bel
carattere. Si dilettava ad ammonire le ragazze più giovani "Attente, il
maschio desidera una cosa sola; poi, raggiunto il suo scopo, è capacissimo di
sputare dentro il "piatto" che tu gli hai servito. Sta alla donna
concedere il giusto, non farsi abbindolare!". Sempre con il sorriso sulle
labbra, simpaticamente trasgressiva. Al marito portava un gran rispetto. I figli
venivano su bene. L'unico vero intoppo era la miseria; ma un po' tutti a Nusco
stentavano.
Dopo una ventina di minuti, la pioggerellina si fermò.
In piedi davanti al rifugio osservava Nusco, avvolto nelle nuvole; era uno
spettacolo raro, da non perdere. All'improvviso apparvero due individui che
venivano avanti con passo sostenuto lungo il viottolo costeggiante il terreno.
Rimase a scrutarli con curiosità fino a quando non furono a tiro.
- "Che ci fanno da queste parti il sindaco e la guardia comunale? Da me non
verranno di certo!" E invece i due tagliarono il campo e si diressero
dritto verso di lei.
- "A che devo l'onore di questa visita, signor sindaco? Perché tanto
disturbo?"
- "Passavo di qua e sono venuto a salutarti!" Quelle due facce erano
troppo tese per non insospettirla. E' successo qualcosa? Forse Antonio. Per
carità non ditemi che... Che ne sarebbe di noi? Ditemi che non è vero, vi
prego".
Il sindaco si fece coraggio e sussurrò: "Sì è proprio Antonio, ma
non abbiamo notizie certe; sembra ci sia stato un crollo in galleria a Salerno;
ci sono feriti... dispersi... "
- "Ho capito, ho capito, non c'è bisogno di altre spiegazioni. È finita!
Maledetta galleria, glielo dicevo io... "
Non ebbe nemmeno la forza di urlare la sua disperazione, si mise in ginocchio e
pianse lungamente, mordendosi le mani. I suoi singhiozzi svegliarono i due
piccoli che dormivano nella cesta di vimini. Era ormai l'imbrunire si chiudeva
una giornata crudele.
Una prova durissima, anche per una come Filomena. Basta un attimo, una notizia giunta all'improvviso, per cambiare la vita di una persona.
Varese,
maggio 2001
Angelo Pepe
da IL NUOVO SUD Anno XXI n. 2 (87) Aprile - Giugno 2001