Dintorni


Queste vie pietre slavate

lastrico di cunei/difforme/ contano coppi penduli davanzali con vasi spiantati

di gerani e basilico morti all'incuria usci sprangati/malati di tarli e ruggine/ trionfo d'erba selvatica.

Queste vie fisse al silenzio

vuote nell'abbandono domestico costretto o indifferente

dalle scelte degli anni sono piste di cani

che unghiano soli lenti distratti o latrano a minaccia

dietro femmine in calore.

Queste vie

rintronano al rumore dei passi ed esaltano il tanfo

del chiuso/del perso

che fissa il tempo nell'antico.

Per queste vie

il silenzio è padrone è parola disperata ripetuta a se stessi

ad ogni chiarore del giorno per chi parla da solo.

E di notte/ scruta e maledice pentimenti di scorciatoia per farsi coraggio

quando ogni ombra spirito vagante mette paura come anima persa

per chi ha già meritato l'Inferno.

Tra queste vie

abbiamo contato gli anni spighe di ogni stagione

mentre la falce orienta denti aguzzi di lima giù, tra stoppie più corte,

verso la terra profonda.