GLI STUDI STORICI DI GIUSEPPE PASSARO SU NUSCO           

                                                                                                                                Vincenzo Napolillo

 

         Nella casa sotto il castello di Nusco si ritirò in quiescenza da Avellino, dove aveva insegnato negli istituti superiori, il prof. Giuseppe Passaro, buona tempra di teologo e canonico di Nusco.

Nato il 6 ottobre 1902, da Angelo Raffaele e da Rosalina Russo, morì il 21 aprile 1981, nell'ospedale di Battipaglia. Studiò nel Seminario di Nusco, al Liceo Colletta di Avellino, al Seminario arcivescovile di Salerno. Prese la maturità liceale al Tasso di Salerno. Fu ordinato sacerdote il 6 giugno 1925. Conseguì la laurea in Teologia nella facoltà teologica di Posillipo a Napoli e la laurea in Lettere e Filosofia nell'università Federico II di Napoli.

Durante la seconda guerra mondiale, si trasferì alla badia di Loreto di Mercogliano, dipendente da Montevergine, dove strinse amicizia con altri studiosi, P. Giovanni Mongelli e P. PlacidoTropeano. Nominato parroco della chiesa di S. Giovanni Evangelista a Nusco, fu poi canonico della cattedrale.

Fu terziario domenicano e storico delle tradizioni locali. Nel periodo dell'amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe De Mita, l'assessore al comune di Nusco, Luigi Del Giudice, vantava d'aver insignito con medaglia d'oro il prof. Giuseppe Passaro "per le sue doti eccellenti di sacerdote, di docente, di studioso, di uomo".

La storia che è costante ricerca di verità (diceva Einstein: La ricerca della verità è più preziosa del suo possesso), era, invece, "maestra di Vita" per Passaro, autore di una mole di pubblicazioni storiografiche, fra cui è doveroso segnalare: Nusco, città dell'Irpinia; Sant'Amato da Nusco; Le due "legendae"; Cronotassi dei vescovi di Nusco (in 4 volumi); Ferentinum Hirpinum; Rilievi e note a una storia di Nusco; Un testamento e una compravendita; Civitas Campsana; La Badia di Fontigliano.

Poiché la storia è sempre in fieri, la miniera di notizie costruita da Passaro può servire a mettere ordine nella storia di Nusco, tenendo presente nei necessari approfondimenti di storia e arte che egli, salvo prova contraria, interpretava  le fonti e i documenti in  funzione polemica e li modificava con arbitrari criteri soggettivi sacrificando, in tal modo, la verità storica e incorrendo talora nelle accuse ironiche espresse in generale da Francesco Scandone: "Quante notizie preziose, consacrate in documenti veri, rimangono celate negli Archivi! Eppure c'è chi preferisce inventare non solo le notizie, ma anche i documenti pur di sostenere una strada sbagliata! Il male che costoro arrecano a sé e alla causa propria, non lo calcolano; quindi a chi fa uso di siffatti metodi, ben gli sta, se rimane col danno e con le beffe". La storia medievale di Nusco comincia con due documenti falsi: il Testamento di S. Amato  e l'incontro del duca Roberto il Guiscardo con Amato, arciprete di Nusco, che nel 1076 non era in vita da diverso tempo.

Michele Della Vecchia, in una lettera del 26 aprile1993,  mi scriveva che il prof. Passaro, suo maestro e collega, "si dilettò di indagini storiche". E' un giudizio riduttivo, poiché Giuseppe Passaro rimane (pur con i difetti della passionalità municipalistica e della polemica per la scomparsa dei documenti negli anni cinquanta del XX secolo, che egli avrebbe dovuto trascrivere nella mastodontica mole di materiali da lui raccolti e dati alle stampe), una delle figure interessanti e rappresentative del mondo culturale di Nusco, a cui dedicò le sue ricerche, il suo cuore, i suoi sacrifici anche materiali, le sue energie.